RES

Public Art
RELIGIONE
ECOLOGIA
SOCIALE

 

Studio S /Arte Contemporanea 2000

 

Se dovessi raccogliere il Mondo e sotterrarlo, l’epitaffio sarebbe RES.

Religione, Ecologia, Sociale.

Un omaggio a Leonardo da Vinci, Vincent Van Gogh, Piet Mondrian.

Quest’opera si propone come tema di riflessione. Una trilogia che mette in luce un luogo in comune: il Tradimento, una riflessione sull’emozione senza ricorso alla seduzione.

Un contenitore d’immagini artistiche immortalate nel tempo della memoria e di simbologie che traducono frammenti di eventi di vita e di morte composti in trasparenza senza eccesso di materia. L’avvenimento esiste come stimolatore di necessaria essenzialità.

CONDANNA E RESURREZIONE — Un immagine é proiettata come visione di una propria coscienza: l’Ultima Cena di Cristo. Il tradimento incombe su quel sarcofago vuoto, trasparente; un boccale di vino, un tocco di pane e dodici piatti. Un’attesa di perdono o il rimorso permane?

CIMITERO — La visione di una mela nera, simbolo originario del frutto proibito, che quasi si posa sul cuore di un girasole in un campo di girasoli, metafora di un universo morente. Cinque loculi, contenitori di aria, sole, terra, mare, notte, sono la testimonianza della natura tradita.

LO STRETTO NECESSARIO — Le maschere dell’ambiguità! Mi celo dietro una maschera per cancellare le differenze tra odio e amore, povertà e ricchezza, il falso e il vero. Divento divinità, potenza (finta o reale) di vita e di motte. “Attenzione, una maschera ne puo celare un’altra !” (Max Ernst)* .

A quest’immagine si contrappone l’opera essenziale di Mondrian, riprodotta fedelnente in materia trasparente: Foxtrot A 1930, Composition II with Black Lines 1930, Composition with Two Lines 1931. Tre immagini che essenzializzano l’opera dell’artista là dove il pensiero é selezione, restrizione e semplificazione. Una elaborazione sul rigore della forma e sull’economia di materia. Un’opera ispiratrice di verità essenziali nel suo senso d’imperiosa necessità, nel suo senso fondamentale – originario, la sua universalità.

Serena Tallarigo